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Uno studio condotto da un ricercatore del CNR-IMAA – Simone Lolli - che indaga le proprietà diurne dei cirri (sottili nubi trasparenti) è stato pubblicato sulla rivista Journal of Applied Meteorology and Climatology. Per l’originalità ed i risultati ottenuti, nel marzo 2017 la pubblicazione è stata insignita con l’Alan Berman Research Publication  Award, un premio istituito dal Naval Research Laboratory situato in Washington.

Le nubi continuano ad essere oggetto di studio per i ricercatori in fisica dell’atmosfera, in quanto il loro apporto al budget energetico terra-atmosfera risulta essere ancora una incognita per i modelli climatici in generale. Mentre di notte le nubi si comportano come una coperta trattenendo il calore emesso dalla superficie terrestre (effetto serra), di giorno invece, specialmente le nubi sottili (cirri), si comportano come un ombrellone, impedendo ai raggi solari di raggiungere la superficie terrestre (effetto albedo). Stabilire quantitativamente come e quando una due effetti prevalga sull’altro è una sfida aperta che ha influenze sulle previsioni dei modelli climatici.

La ricerca di Simone Lolli ha studiato le proprietà diurne dei cirri, sottili nubi trasparenti che alle nostre latitudini si trovano ad altezze che vanno dai 10 ai 14km. I maggiori modelli climatici parametrizzano queste nubi erroneamente come nubi ed effetto serra (ovvero che trattengono il calore emesso dalla superficie terrestre). Nella pubblicazione si evidenzia invece che, a seconda della posizione, spessore e temperatura, durante il giorno per queste nubi sottili prevale l’effetto albedo (ovvero raffreddano il sistema terra-atmosfera). L’effetto è ancora più amplificato dal fatto che queste nubi hanno una frequenza di presenze in cielo di gran lunga più alta rispetto ad altri tipi di nubi più spesse come ad esempio i cumuli (70% di presenza nei tropici)

I risultati pubblicati nello studio sono frutto di un’analisi effettuata su più di 18.000 cirri rilevati nel 2011 a Singapore, una stazione permanente di osservazione della rete lidar NASAMicroPulse Lidar Network.Il lidar è uno strumento attivo ottico che, grazie alla spinta risoluzione spaziale riesce a rilevare queste nubi sottilissime che sfuggono alla maggior parte dei sistemi di telerilevamento su satellite.

Grazie a questa mole imponente di dati sarà possibile far luce su come effettivamente i cirri influenzano il clima rispetto alle differenti latitudini e stagioni.

Per l’originalità ed i risultati ottenuti, nel marzo 2017 la pubblicazione è stata insignita con l’Alan BermanResearchPublication Award, un premio istituito dal NavalResearchLaboratory situato in Washington DC.

Questo è soltanto il primo lavoro a cui ne seguiranno altri dove verranno analizzate le misure per altri anni e per altre stazioni in altre parti del mondo per dimostrare l’ipotesi che le nubi sottili raffreddano sempre di più il sistema terra-atmosfera man mano che ci si allontana dall’equatore, come illustrato nella Figura 1.

 

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Figura 1.  I cirri, durante il giorno, riscaldano sempre meno il sistema terra atmosfera man mano che ci allontaniamo dall’equatore, fino ad arrivare ad una latitudine in cui l’effetto è neutro, fino a raffreddare alle latitudini artiche. Questo comportamento accentua le differenze di energia che ci sono tra l’equatore ed i poli, contribuendo a creare perturbazioni per dissipare le differenze di calore.

Per informazioni

Simone Lolli, CNR-IMAA, Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Approfondimenti

S. Lolli,Campbell J.R., Lewis J. R., GU Y., Marquis J., Chew B-N, Liew S-C, Salinas S., Welton E.J., (2017), Daytime Top of the Atmosphere Cirrus Cloud Radiative Forcing Properties at Singapore, J. of Applied. Met. And Climatology, 56, 1249-1257

Informazioni aggiuntive