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Dr. Alessandro Giocoli (vedi Curriculum Vitae)

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È noto nella letteratura scientifica che la sismicità è distinguibile in “naturale” e “indotta”. La sismicità naturale è generata da strutture geologiche dette sismogeniche o faglie attive o faglie capaci. L’intera penisola italiana è interessata da diverse strutture sismogeniche, prevalentemente concentrate lungo il settore assiale della catena appenninica, molte delle quali costituiscono sistemi di faglie capaci di generare terremoti la cui stima della magnitudo momento (Mw, Maw, MwM, ecc.) è superiore a M 6 (es. 1456, Molise M 7.2; 1638, Calabria M 7.0; 1703, Appennino umbro reatino M 6.7; 1857, Basilicata M 7.0; 1887, Liguria occidentale M 6.9; ecc.). La sismicità indotta, invece, rappresenta l’insieme di eventi sismici “generati” o “innescati” da attività antropiche, quali, ad esempio: riempimento e variazione del livello d’acqua di grandi invasi; attività connesse alla produzione di idrocarburi; attività minerarie; estrazione e iniezione di fluidi nel sottosuolo; attività connesse allo sfruttamento dell’energia geotermica; costruzione di grandi infrastrutture, ecc.

 

Metodologia di studio

Il progetto “Sistema per lo studio della sismicità locale” è rivolto allo studio della sismicità “naturale” e “indotta” in Alta Val d’Agri. Per lo svolgimento delle attività di progetto è stata adottata una metodologia di studio a carattere multidisciplinare che prevede l’analisi congiunta ed integrata di diversi “fattori” ritenuti significativi, quali: la sismicità storico-recente, le strutture sismogeniche e le attività antropiche potenzialmente in grado di generare o innescare eventi sismici (invaso del Pertusillo ed attività connesse alla produzione di idrocarburi). L’analisi congiunta e integrata di diversi dati (es. geologici, sismologici, ecc.) è stata, pertanto, pensata come lo “strumento” necessario per comprendere il complesso sistema di possibili relazioni tra sismicità, strutture sismogeniche ed attività antropiche

 

Sintesi dei risultati

Le attività di ricerca svolte hanno messo in evidenza che:

1. la metodologia di studio proposta è adeguata per lo studio della sismicità indotta e naturale in Alta Val d’Agri;

2. l’Alta Val d’Agri è interessata sia da sismicità indotta che da sismicità naturale;

3. la sismicità indotta è una sismicità recente di bassa magnitudo (percepibile a livello strumentale) che solo a seguito della realizzazione della diga del Pertusillo (periodo 1957- 1963) e dell’inizio dell’attività di re-iniezione delle acque di strato al pozzo Costa Molina 2 (2 giugno 2006) ha cominciato ad interessare l’Alta Val d’Agri;

4. le variazioni stagionali del livello dell’invaso del Pertusillo inducono microsismicità (Ml ≤ 2.7) nel settore terminale del sistema di faglie Monti della Maddalena Fault System (MMFS);

5. l’attività di re-iniezione delle acque di strato al pozzo Costa Molina 2 induce microsismicità (Ml ≤ 2.0) lungo una faglia inedita che interessa il territorio di Montemurro. La struttura è stata denominata Faglia di Montemurro e rappresenta un segmento aggiuntivo terminale del sistema di faglie Eastern Agri Fault System (EAFS);

6. la sismicità più significativa, eventi di magnitudo M > 5, è avvenuta prima della realizzazione della diga del Pertusillo e dell’inizio dell’attività di re-iniezione delle acque di strato al pozzo Costa Molina 2. Questo tipo di sismicità è generata dal sistema di faglie sismogenico dell’Alta Val d’Agri il cui quadro conoscitivo è ancora da investigare;

7. il sistema di faglie sismogenico dell’Alta Val d’Agri, indipendentemente dalla presenza di attività antropiche che inducono sismicità, è potenzialmente in grado di generare eventi sismici distruttivi come quello avvenuto nel 1857 (M 7).

 

Sviluppi futuri

Sulla base dei risultati conseguiti è importante sviluppare le seguenti attività di ricerca:

1. accurato studio geologico, geofisico e paleosismologico per comprendere quale sistema di faglie tra MMFS e EAFS rappresenta quello sismogenico dell’Alta Val d’Agri (un’adeguata conoscenza del sistema di faglie sismogenico dell’Alta Val d’Agri rappresenta uno dei principali obiettivi da perseguire per poter comprendere, ad esempio, i processi sismogenici capaci di generare eventi sismici distruttivi come quello avvenuto nel 1857 e le possibili relazioni tra strutture sismogeniche, attività antropiche e sismicità);

2. studiare le possibili interazioni tra il sistema di faglie sismogenico dell’Alta Val d’Agri e quelli che interessano i settori contigui (es. Vallo di Diano);

3. studiare e caratterizzare tutte le strutture fragili (es. faglie) che assumono un ruolo fondamentale nei processi sismogenici;

4. approfondire le conoscenze geologico-strutturali e idrogeologiche dell’Alta Val d’Agri mediante l’impiego di tecniche e metodologie d’indagine che consentano di investigare il sottosuolo anche fino a profondità sismogeniche (es. indagine Magnetotellurica). In particolare, si devono eseguire studi accurati specie in quei settori per i quali le informazioni bibliografiche sono assenti, carenti e/o poco esaustive, come ad esempio:

- nel settore terminale del sistema di faglie MMFS interessato dalla sismicità indotta dalle variazioni stagionali del livello dell’invaso del Pertusillo;

- nel territorio di Pergola, dove i due sistemi di faglie MMFS e EAFS convergono e dove tali sistemi potrebbero interagire con quello contiguo che interessa il Vallo di Diano.


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