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Dr. Tony Alfredo Stabile (vedi Curriculum Vitae)

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L’Alta Val d’Agri è classificata dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia tra le aree a più alta pericolosità sismica dell’Appennino, con sistemi di faglia in grado di generare terremoti di magnitudo 7. Storicamente, tra gli eventi più distruttivi, si ricorda il terremoto della Basilicata del 1857 avente una magnitudo pari a 7 che provocò frane, numerosi crolli di edifici e circa 11000 vittime.

L’Alta Val d’Agri è interessata da importanti attività antropiche che sono rappresentate da tecnologie energetiche potenzialmente capaci di indurre sismicità:

1. la produzione di idrocarburi dell’ENI S.p.A., il più grande giacimento petrolifero continentale dell’Europa Occidentale con una produzione media annuale di circa 3.6×109 kg di petrolio e 9.6×108 m3 di gas (fonte UNMIG, http://unmig.sviluppoeconomico.gov.it);

2. l’invaso del Pertusillo con una capacità di 1.55×108 m3 di acqua, realizzato attraverso uno sbarramento del fiume Agri di altezza pari a 95 m.

La prima fase del progetto di ricerca è stata dedicata all’analisi bibliografica finalizzata alla comprensione dello stato dell'arte sulle attuali conoscenze sismologiche e sismotettoniche dell'area e alla raccolta di dati provenienti da reti di monitoraggio sismico e da cataloghi della sismicità storica e recente in Appennino Meridionale. In seguito, è stata eseguita un’analisi accurata della sismicità registrata nell’area di studio dal 2001 a oggi adottando le più moderne metodologie di analisi del dato sismico.

 

Sintesi dei risultati

Le attività di ricerca svolte hanno evidenziato che in Alta Val d’Agri esiste una sismicità di fondo naturale e una sismicità indotta dalle tecnologie energetiche presenti nella valle.

In particolare, la microsismicità (Ml ≤ 2.7) localizzata a sud del lago del Pertusillo è significativamente correlata con le variazioni stagionali del livello dell’invaso che sono mediamente di circa 10-15 m, con conseguenti variazioni di pressione sul fondo del lago di circa 0.1-0.15 MPa. Si tratta di sismicità continua indotta dall’invaso che si genera con ciclicità annuale, anche 50 anni dopo il riempimento iniziale del lago, con un ritardo di circa un mese rispetto alle variazioni stagionali dell’invaso e si concentra principalmente tra i mesi di marzo e luglio. La profondità media degli eventi sismici è di circa 3-5 km. Il meccanismo fisico che giustifica l’incremento di sismicità in particolari periodi dell’anno è la diffusione della pressione di poro lungo fratture che collegano l’invaso con la parte terminale meridionale del sistema di faglie dei Monti della Maddalena, a seguito della variazione di pressione prodotta dall’aumento del livello dell’acqua.

La microsismicità (Ml ≤ 2.0) localizzata a nord del lago del Pertusillo a circa 1.2 km di distanza dal pozzo di re-iniezione Costa Molina 2 è, invece, indotta dalla re-iniezione delle acque di strato provenienti dal processo di estrazione e separazione degli idrocarburi nella concessione ENI in Alta Val d’Agri. Le attività di re-iniezione delle acque di strato sono state avviate il 2 giugno 2006. Il 6 giugno 2006 è iniziata un’attività sismica nei pressi del pozzo in questione mai registrata negli anni precedenti. Gli eventi sismici hanno profondità comprese tra 2 e 4 km e si distribuiscono su una faglia che immerge verso Nord-Est.

 

Sviluppi futuri

Le attività di ricerca futura, di seguito riportate sinteticamente, possono svilupparsi su tre differenti aspetti della sismologia:

1. Sismicità naturale

a. studio della variabilità a piccola scala del meccanismo di rottura, dello sforzo agente e della resistenza offerta dalle rocce;

b. comprensione dei processi associati all'innesco e all’eventuale migrazione dei terremoti in Alta Val d’Agri;

c. studio multi-parametrico per determinare la geometria e le caratteristiche delle faglie interessate dai processi sismici in Alta Val d’Agri.

2. Sismicità indotta

a. analisi statistiche quantitative per la caratterizzazione della sismicità indotta e la sua correlazione con le attività antropiche;

b. ricerca di pattern che possano caratterizzare le diverse tipologie di sismicità indotta e che consentano di discriminarle dalla sismicità naturale;

c. modello geomeccanico dell’area investigata che tiene conto delle perturbazioni antropiche.

3. Rischio sismico

a. studi di vulnerabilità del costruito;

b. eventuale rivalutazione della pericolosità sismica;

c. analisi dell’influenza dell’occorrenza di eventi sismici con ipocentri poco profondi

sulla valutazione del rischio sismico dell’Alta Val d’Agri.


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