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Interventi introduttivi: il Volo

Dopo l’inaugurazione ufficiale, hanno preso avvio una serie di interventi introduttivi: si è partiti dall'opera artistica ed ingegneristica di Leonardo da Vinci, lo stupendo affresco del Cenacolo e le pagine del Codice Atlantico, per arrivare, attraverso i secoli ma soprattutto attraverso il contributo importante di alcuni giovani lucani come Rocco Petrone e Giovanni De Maria, fino alla superficie della Luna, cogliendone i più intimi particolari come quelli contenuti nei campioni di roccia riportati sulla Terra in seguito alla missione Apollo 11.
Il lucano Giovanni De Maria - laureato in Chimica e Professore Emerito di Chimica Fisica dell'Università degli Studi di Roma "La Sapienza" - nei mesi successivi all'allunaggio dell'Apollo 11, fu il primo studioso, unico italiano, ad essere incaricato dalla NASA di studiare ed analizzare alcuni campioni di rocce lunari per verificare se contenessero ossigeno. Presente alla manifestazione ha raccontato questa sua straordinaria esperienza.

Premio Marco Mucciarelli

Il Premio è stato istituito al fine di ricordare e far conoscere alle nuove generazioni la figura professionale, scientifica e umana del Professor Marco Mucciarelli, sismologo che si è dedicato con fervore alla formazione dei suoi studenti ed alla divulgazione scientifica trasmettendo amore e passione per la ricerca. Nel corso della cerimonia sono stati consegnati premi a due giovani neolaureati che hanno svolto la tesi di laurea in tematiche sismologiche, geofisiche e di ingegneria sismica.

Monologo teatrale “Einstein & me” di e con Gabriella Greison

Gabriella Greison si è laureata in fisica nucleare all’università di Milano, ha lavorato per anni presso il Centro di Ricerche Ecole Polytechnique di Parigi. E’ fisica, scrittrice, drammaturga e attrice teatrale. Nei teatri italiani ha portato in tour i monologhi sui fisici del XX secolo, tratti dai suoi romanzi, introducendo un genere che ancora non esisteva, quello della “narrazione della fisica”.
In Einstein & Me, Gabriella affronta la prima fase della vita di Einstein –quella europea – ma ce la presenta da un punto di vista molto particolare, visto attraverso gli occhi di una donna: la moglie, Mileva Maric. E ne esce un lato umano ed inedito del marito.

La trama
Siamo nel 1896, al prestigioso Politecnico di Zurigo. La giovane serba Mileva Maric è l'unica donna ammessa al corso di matematica e fisica. In quegli anni le donne che vogliono studiare, in particolare le materie scientifiche, hanno vita difficile, ma Mileva è intelligente, tenace, preparata e ce la fa.
Tra i suoi compagni di classe c'è anche un diciottenne di nome Albert Einstein. I due si innamorano tra i banchi di scuola e, nonostante le difficoltà, iniziano a frequentarsi. Mileva e Albert si sposano e resteranno insieme per vent'anni.
Rimasta incinta, Mileva non riuscì a laurearsi. Ma lei che fa? Tanto è l’amore per la fisica che si dedicò alla carriera del marito, fino al divorzio che inaugura la seconda parte della vita di Einstein, quella del Nobel e del successo (fase americana).

Mucciarelli 1La Greison ci porta in un mondo veramente sorprendente ed emozionante, perché questa volta intreccia alla disquisizione scientifica, la riflessione sul ruolo e sulla figura della donna nel campo dello studio e della ricerca. Un tema importante che se attualizzato induce a stimolanti ragionamenti.
Gabriella Greison racconta, attraverso la voce di Mileva, la loro vita familiare, fatta di musica e di gite con i figli, ma fatta soprattutto di lavoro e ricerca, di discussioni al Caffè Metropole, di ore trascorse insieme intorno a un tavolo a confrontarsi e a elaborare gli articoli che hanno condotto alla nascita della teoria della relatività ristretta, sviluppata da Albert Einstein nel 1905.
La vicinanza umana quanto sentimentale di Mileva al marito è stata fondamentale, ma purtroppo una mente brillante come la sua è stata spesso dimenticata. È proprio grazie a una donna come Mileva che le ragazze e le donne di oggi possono realizzare i propri sogni, frequentare facoltà scientifiche e realizzarsi prima di tutto per se stesse. Una donna come lei, che ha combattuto gli stereotipi e il conformismo, aveva un sogno: quello di laurearsi in Fisica – il Grande Amore - e ha combattuto contro tutto e tutti per entrare all’università. Poi paradossalmente proprio un altro Grande Amore, quello per Einstein, le frantuma il suo sogno. La trasposizione appassionata di questi due Mondi/Amori la troviamo nel monologo di Einstein&me e proprio questa straordinaria capacità dell’autrice/protagonista la rendono la donna della fisica divulgativa in Italia.
In un momento in cui la lotta per la parità di genere è ancora aperta, un monologo come Einstein&me, che riscopre l’esempio di vita di Mileva Marić, è fondamentale. Perché Mileva non è stata una donna da focolare, ma una fisica con la testa per emozionarsi di fronte ai misteri del cosmo. A differenza delle sue coetanee, a Mileva non interessavano vestiti o le serate di ballo: cercava la discussione, il confronto, questo era l’unico mondo in cui voleva davvero vivere. Quel mondo in parte l’ha trovato in Albert Einstein, ma dovendo – in quanto donna – compiere una grande rinuncia!!
Questo lo scontro di ogni donna costretta ancora oggi alla scelta che nessun essere umano – uomo o donna che sia – dovrebbe essere costretto a compiere: da una parte il lavoro, l’amore e la passione per lo studio, dall’altra la famiglia fatta anche essa di amore, di lavoro e di passione.

Quadri Plastici di Avigliano

Gli spettatori hanno potuto assistere alla rappresentazione del famoso “Cenacolo” di Leonardo da Vinci (il celebre affresco del Refettorio di Santa Maria delle quadri p 1

Grazie a Milano) a cura del Gruppo dei Quadri Plastici di Avigliano, allestita appositamente per questa manifestazione.
Grande è stato lo sforzo per la riproduzione dell’affresco vinciano, se si pensa che l’opera misura 460x880 cm, si può ben comprendere come la riproduzione tridimensionale abbia messo a dura prova le maestranze coinvolte per risolvere le innumerevoli problematiche tecniche che via via si sono presentate durante la lavorazione.
La rappresentazione ha veramente incantato tutti i presenti, suscitando un sentimento misto a stupore e meraviglia.

Angolo delle scienze: i ricercatori incontrano il pubblico

Nell'intervallo tra una visione del Quadro Plastico e la successiva, gli spettatori sono stati intrattenuti da una miriade di brevi interventi a cura di ricercatori, che con un linguaggio semplice hanno provato a sintetizzare tutti i modi possibili di declinare il concetto e la metafora di "volo" partendo dall'arte, dalla poesia, dalla scienza e tecnologie, dalla filosofia etc. Tanti e sicuramente stimolanti gli interventi per il pubblico presente, a dimostrazione Angolo 1che i risultati della ricerca scientifica se correttamente divulgati suscitano interesse, meraviglia e curiosità. Si è parlato di robotica aerea e macchine volanti che interagiscono, di volo parabolico e come avere lo spazio sulla terra, del software dell'Apollo 11, di Copernicus e la Rivoluzione dello Spazio, di storia vista dall'alto con tecnologie di telerilevamento per l'archeologia e il patrimonio culturale.

Collegamento telefonico con l’astronauta Luca Parmitano dalla Stazione Spaziale Internazionale orbitante

Un momento veramente emozionante è stato quando dalla stazione Spaziale Internazionale orbitante è avvenuto il collegamento telefonico in diretta con l’astronauta Luca Parmitano. Ascoltando la sua voce si è avuto la conferma della riuscita del collegamento, un evento questo che sicuramente rimarrà impresso nella memoria di tuttiParmitano 1 presenti. Prima di iniziare una breve conversazione con l’astronauta, un coro di persone ha fatto gli auguri di buon compleanno a Parmitano, un compleanno effettivamente speciale per lui! L’astronauta – che ad ottobre 2019 ha assunto il comando della stazione stessa - ha raccontato brevemente la vita in orbita, esortando i giovani presenti a sognare, perché sognare fa stare bene ed è proprio questo che spinge ad avere progetti sempre più grandi e tutto quello che facciamo e conosciamo è rivolto al futuro.

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