Dopo il ritrovamento – nel mese di giugno 2019 – di alcuni elementi smembrati di un tempietto dorico di V sec. a.C. presso le mura della città antica di Paestum in Campania, gli archeologi del Parco Archeologico diretto da Gabriel Zuchtriegel hanno acquisito nuovi dati che potrebbero portare all’ubicazione esatta dell’edificio e allo scavo stratigrafico di quello che rimane nel sottosuolo di un monumento che è stato definito un “gioiello dell’architettura dorica tardo-arcaica”.
Una prospezione geofisica, in grado di rilevare tracce sotterranee con metodi non-invasivi, ha permesso di individuare un’anomalia in corrispondenza al ritrovamento degli elementi in superficie, in via ipotetica identificabile con il tempio smembrato. La prospezione è stata condotta in collaborazione con il Parco e il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo (MiBACT), da un team multi-disciplinare degli istituti IMAA e IREA del Consiglio Nazionale delle Ricerche sotto la direzione scientifica di Enzo Rizzo e Francesco Soldovieri. Coinvolti i ricercatori Ilaria Catapano, Luigi Capozzoli, Gregory De Martino, Gianluca Gennarelli e Giovanni Ludeno.
Nelle elaborazioni prodotte dai ricercatori del CNR si vede una struttura rettangolare di 6 x 12 m circa. “Dimensioni che andrebbero bene con quanto abbiamo ricostruito in base agli elementi trovati in superficie, i quali permettono di ipotizzare un intercolunnio di 1,68 m – commenta il direttore del Parco – Quello che ci ha sorpreso è la struttura interna che si intravede: ci sembra essere un corpo centrale, una cella, circondata da un portico. Ma un tale tipo di impianto, chiamato periptero in virtù del fatto che è completamente circondato da colonne, di solito non viene adottato per edifici così piccoli, ma solo per grandi templi come quello di Nettuno a Paestum. Pertanto solo uno scavo scientifico potrà dare risposte certe.”
Oltre all’ eccezionale valore scientifico il rinvenimento è anche un’occasione per creare coesione e sinergie intorno al patrimonio archeologico, dimostrando in questa maniera che tutela, ricerca e valorizzazione sono parte di un unico cerchio, un’archeologia ‘circolare’ appunto, attenta ai temi della conoscenza e della fruizione accessibile e inclusiva.
Per informazioni
Enzo Rizzo, CNR-IMAA, Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Francesco Soldovieri, CNR-IREA, Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.