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Un team di scienziati italiani per monitorare la salute dei boschi lucani

Il 17 luglio 2020 è partita la prima campagna di rilievi in situ, prevista nell’ambito del progetto “Sviluppo di tecnologie innovative di Osservazione della Terra per lo studio del Cambiamento cLimatico e dei suoi IMpatti su Ambiente e territorio” (PON OT4CLIMA - finanziato dal Ministero della Ricerca nell’ambito del Programma Nazionale della Ricerca, Ricerca&Innovazione 2014-2020), progetto coordinato dal Consiglio Nazionale delle Ricerche.

Come ci spiega il Dr. Nicola Pergola, Dirigente di Ricerca del CNR-IMAA e responsabile scientifico del progetto, “il progetto OT4CLIMA intende studiare i diversi impatti a scala locale e regionale dei cambiamenti climatici attraverso lo sviluppo e l’impiego di tecnologie e metodologie innovative di Osservazione della Terra, con un approccio fortemente multi-disciplinare e con una spiccata collaborazione tra Ricerca e Impresa”.

La campagna di misura – che interesserà il bosco di San Paolo Albanese, ai confini dell’area del Parco del Pollino - ha lo scopo di raccogliere dati di parametri eco-fisiologici per validare e calibrare indici vegetazionali innovativi, ricavabili da osservazioni satellitari, per poter migliorare il monitoraggio da remoto delle aree forestali caratterizzate da stress legati ai cambiamenti climatici. In particolare, verrà investigato un alto-fusto coetaneo di farnetto (Quercus frainetto), interessato a partire dagli inizi del 2000 da fenomeni estesi di declino e mortalità delle piante causati da eventi climatici estremi. Il farnetto è una specie endemica di grande interesse naturalistico e riconosciuto come Habitat 9280 nell’ambito di Rete Natura 2000.

Strumentazione aviotrasportata, droni, sistemi satellitari e apparati di misura in sito saranno dispiegati contemporaneamente per raccogliere informazioni dettagliate sullo stato di salute delle piante del bosco, attraverso un innovativo approccio multidisciplinare: una valutazione a 360° su aree test a scala sub-regionale che coinvolge diversi ambiti di ricerca. Si prevede, infatti, il confronto tra misure in situ di potenzialità fotosintetica, dati da satellite (dall’utilizzo di indici legati all’emissività e alla temperatura superficiale all’integrazione con misure in banda ottica e SAR) e rilevazioni da aereo.

Diversi i soggetti coinvolti, con ricercatori provenienti da tutta Italia: dall’Università degli Studi della Basilicata, dall’Università degli Studi di Trento e dal Consiglio Nazionale delle Ricerche, che parteciperà con ricercatori dei seguenti istituti: Istituto di Ricerca sugli Ecosistemi Terrestri, Istituto per i Sistemi Agricoli e Forestali del Mediterraneo, Istituto Nazionale di Ottica e Istituto per la BioEconomia.

“La validazione “in campo” di una metodologia innovativa permetterà di migliorare la capacità di rispondere adeguatamente ad eventi estremi legati al cambiamento climatico e di potenziare le attuali strategie di monitoraggio, su più ampia scala, dei popolamenti forestali interessati da fenomeni di declino e mortalità”, così come ci ha spiegato il prof. Francesco Ripullone, docente della Scuola di Scienze Agrarie, Forestali, Alimentari ed Ambientali dell’Università della Basilicata e coordinatore, insieme al Prof. Guido Masiello (UNIBAS - Scuola di Ingegneria) della campagna di misura.

 

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Per informazioni

Nicola Pergola, CNR-IMAA, Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

 

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