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Impatti a lungo termine della gestione dei pascoli sui processi di land degradation in una comunità rurale del Sud Italia: problematiche di spopolamento

Uno studio pubblicato sulla rivista Land Degradation and Development (Wiley), condotto da ricercatori del CNR-IMAA che si occupano della tematica LCD&D (Land Cover Dynamics and Degradation) unitamente ad alcuni ricercatori delle Università della Basilicata e di Macerata, investiga le conseguenze che sistemi differenti di gestione dei pascoli hanno avuto sullo stato attuale dei paesaggi agro-pastorali in un classico ambiente montano dell’Appennino meridionale (Area test Castelsaraceno, Basilicata, Sud Italia).

Lo spopolamento e la marginalizzazione economica delle zone rurali dell’Europa meridionale hanno determinato un progressivo fenomeno di abbandono delle aree agricole. Le aree a più alto rischio di abbandono sono quelle caratterizzate da una gestione estensiva del pascolamento che è fortemente dipendente dalla presenza e consistenza economica di incentivi e sussidi dedicati alla promozione di usi del suolo più sostenibili. Nel Sud dell’Europa il sottopascolamento è la causa principale dei fenomeni di land degradation delle aree adibite a pascolo (diffusione di specie legnose, aumento di necromassa, semplificazione floristica, ecc.). In tali regioni preservare la resilienza dei pascoli, attraverso un management appropriato, significa acquisire conoscenze più dettagliate sugli impatti che le diverse pratiche di pascolamento adottate hanno imposto ai sistemi ecologici e comprendere i meccanismi socio-ambientali che presiedono alla scelta di quelle pratiche.

In questo studio sono state analizzate le conseguenze di differenti regimi di gestione del pascolamento sullo stato dei sistemi agropastorali attualmente presenti nel comune montano di Castelsaraceno (Appennino meridionale, Basilicata, Italia). L’analisi multiscala condotta si è avvalsa di diversi tipi di dati (remoti, in situ, economici, sociali) e di tecniche statistiche esplorative per individuare all’interno di  5 sub-aree omogenee (Figura 1) tre principali traiettorie di uso del suolo che hanno caratterizzato l’area investigata con esiti differenti in termini di fenomeni di land degradation indotti: a) aree completamente abbandonate; b) aree con una diminuzione dell’intensità del pascolamento dove le pratiche di gestione sono rimaste inalterate nel tempo; c) aree con una diminuzione dell’intensità di pascolamento caratterizzate da cambiamenti significativi nelle pratiche di gestione.

I risultati dello studio dimostrano come, in talune circostanze, la mutua interazione di fattori regionali e locali può determinare uno squilibrio ecologico-economico che né risponde alle esigenze del mercato produttivo, né favorisce la conservazione dei servizi ecosistemici.

Il lavoro propone alcune raccomandazioni in termini di pratiche da adottare per favorire lo sviluppo sostenibile di zone rurali, montane e marginali del bacino mediterraneo sulla base dei risultati ottenuti per l’area investigata.

In questa direzione futuri sforzi di ricerca dovrebbero concentrarsi sulla comparazione fra analoghi sistemi di aziende zootecniche operanti in contesti montano-rurali simili a quello del presente lavoro e distribuiti all’interno dei diversi Paesi mediterranei. In tal modo si potrebbero individuare soluzioni ottimali di management che coniugano uno sfruttamento sostenibile delle risorse pascolive con performance aziendali soddisfacenti in grado di ispirare future policy a livello nazionale ed europeo.

 

7.1

Per informazioni

Tiziana Simoniello, CNR-IMAA, Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

 

Approfondimenti

Quaranta, G., Salvia, R., Salvati, L., De Paola, V., Coluzzi, R., Imbrenda, V., & Simoniello, T. Long‐term impacts of grazing management on land degradation in a rural community of Southern Italy: Depopulation matters, Land Degrad Dev, 2020, 1-16

 

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